112.ma Rassegna Cinematografica:“CONFLITTI e SPERANZE”,da giovedì 20 novembre a venerdì 12 dicembre 2014.
Venosa – Forse non ce ne rendiamo conto, ma “conflitti e speranze” punteggiano tutta la nostra vita, sin da piccoli.E a pensarci bene questo binomio ci accompagna praticamente tutti i giorni della nostra esistenza, nelle piccole e nelle grandi occasioni, per le decisioni più banali fino ad arrivare ai gravi episodi che mutano il destino…Il termine “conflitto” indica un contrasto che può assumere diverse accezioni: conflitti familiari, conflitti di coscienza, conflitti di cuore, conflitti di guerra…Sono bivi di vita, grandi o piccoli, che richiedono una scelta, una decisione, talvolta anche una rinuncia, per quanto sofferta.E ad ogni conflitto fa eco sempre una speranza: che ogni problema possa avere una soluzione, che l’amore possa durare per sempre, che gli incubi del passato possano essere dimenticati e che la pace possa sostituirsi alle guerre che, purtroppo, continuano ad accendersi in tante parti del mondo.Ma la speranza è sempre quella che alimenta i nostri sogni e accende i nostri cuori. Anche perché la speranza è il solo bene comune a tutti gli uomini. Anche coloro che non hanno più nulla, la possiedono.
Lidia
P.S.— Anche noi, nel preparare la Rassegna, siamo in conflitto per la scelta dei film con la speranza che possano piacervi e possiate apprezzarli.
ANIME NERE (giovedì 20 e venerdì 21 novembre)
Il film “Anime Nere” di Francesco Munzi, presentato con successo alla recente Mostra di Venezia, racconta una tragedia familiare ambientata ad Africo, in Calabria, terra di ‘ndrangheta, a un passo dall’Aspromonte.
La drammatica vicenda parte da Amsterdam, passa per Milano e scende in Calabria e racconta le dinamiche tragiche della storia di tre fratelli impegnati in operazioni illegali, il cui padre è stato ucciso vittima di una faida.
Luigi, trafficante internazionale di droga, ricco, baldanzoso e spregiudicato; Rocco, milanese naturalizzato, che si muove nel ramo immobiliare riciclando i soldi del fratello; Luciano, il più anziano e saggio, rimasto al paese nell’illusoria utopia di riunire la famiglia. Ma quando Leo, il figlio adolescente di quest’ultimo, risponde con una provocazione ad un’altra provocazione del clan rivale, la sanguinosa faida, in cui la famiglia è stata coinvolta in passato, riesplode tragicamente e costringe anche gli altri fratelli a precipitarsi in Calabria, la loro terra, il loro Sud.
Il film non racconta solo uno scontro tra clan rivali, ma anche il conflitto, ancora più drammatico, che si scatena all’interno della famiglia. Una storia che ha le sue radici nella cultura di un territorio, ma che indaga sui temi universali che scuotono la coscienza umana: l’onore, la dignità, i legami familiari. Il regista ha diretto magistralmente questo film, con attori bravissimi e con un crescendo di emozioni coinvolgenti e sconvolgenti.
LE DUE VIE DEL DESTINO (giovedì 27 e venerdì 28 novembre)
Il film “Le due vie del destino” di Jonathan Teplitzky, è un dramma esistenziale, ricco di sfaccettature, ambientato nel nord dell’Inghilterra ed ispirato ad una storia vera. Eric Lomax (Colin Firth), un ex ufficiale inglese catturato dai giapponesi, torturato, sottoposto a estenuanti interrogatori e impegnato nella costruzione della famigerata “Ferrovia della morte” tra la Thailandia e la Birmania durante la seconda guerra mondiale, decide di rintracciare il suo carnefice e vendicarsi. La moglie Patti, (Nicole Kidman), sposata da poco, lo aiuterà a liberarsi dai fantasmi del passato e dagli orribili traumi psicologici che questi hanno lasciato. Il film alterna il racconto degli anni ’40 a quello degli anni ’80, in una serie di flashback straordinari e descrive le barbarie di ogni conflitto, l’orrore della guerra e parla di peccato e redenzione, vendetta e perdono e del potere salvifico dell’amore. I dubbi che il film e la narrazione suggeriscono riguardano il presunto effetto catartico della vendetta. Ma davvero la vendetta è in grado di cancellare in un sol colpo tutte le ferite subite? Qual’èlo spazio che può ritagliarsi il perdono in tanta sofferenza? Le due vie del destino è una denuncia esplicita dell’inutilità crudele della guerra che non finisce con la resa. Chi l’ha vissuta non si libera di quello che ha visto, subito o inflitto, ma, proprio come viene chiaramente detto nel finale del film con immagini bellissime e commoventi, prima o poi l’odio deve finire e che, per andare avanti, è necessario perdonare.
UNA PROMESSA (giovedì 4 e venerdì 5 dicembre)
Il film “Una promessa”, di Patrice Leconte, è tratto dal racconto di Stefan Zweig “Il viaggio nel passato”, in cui lo scrittore ebreo viennese si interroga sul destino dell’amore e del desiderio di fronte alla distanza e al passare del tempo. Siamo nella Germania del 1912: un giovane di umili origini, Friedrich (John Madden) viene assunto in una acciaieria. Il proprietario (Alan Rickman) rimane talmente colpito dalle sue capacità da promuoverlo a segretario personale e a farlo trasferire nella villa di famiglia quando è costretto dalla salute precaria a lavorare a domicilio. La vita domestica comporta una crescente familiarità con Charlotte (Rebecca Hall), la giovane moglie dell’industriale, che non tarda a sfociare in innamoramento. Il loro è un sentimento fatto di sguardi, di parole, di momenti condivisi e di attrazione quasi istintiva. Nessuno dei due, però, ha il coraggio di tradire la fiducia di un marito anziano che ha riposto in loro tutte le sue più grandi aspettative.
Il giovane viene trasferito in Messico per un nuovo progetto di lavoro e promette alla donna di tornare per realizzare il loro sogno d’amore.
Ma lo scoppio della prima guerra mondiale prolunga la separazione sconvolgendo i loro progetti.
Il regista riesce a trasmettere le emozioni trattenute e i giochi di sguardi, i silenzi eloquenti e la sensualità vibrante con una narrazione che rende bene le atmosfere dell’epoca.
TORNERANNO I PRATI (giovedì 11 e venerdì 12 dicembre)
Nella ricorrenza del Centenario della Prima Guerra Mondiale, che coinvolse tutta l’Europa, il grande regista Ermanno Olmi ha realizzato “Torneranno i prati”, un film che narra una pagina della nostra storia legata al grande conflitto.
Il regista rievoca ricordi sepolti nelle trincee e le vicende di una lunga notte sugli altipiani delle Alpi Vicentine dopo i sanguinosi scontri del 1917, prima della disfatta di Caporetto. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto. Metafore, ricordi, paragoni. Storie di uomini costretti a lotte cruente senza senso né fine, come fu tragicamente un secolo fa.Ma anche oggi la storia si ripete: dalla fine della Grande Guerra si è purtroppo assistito allo scoppio di innumerevoli conflitti armati in diverse parti del mondo, per motivi ideologici, religiosi, etnici, culturali, economici…
Il film è stato proiettato in contemporanea in quasi 100 Paesi del mondo. Un evento senza precedenti che per la prima volta coinvolge tutto il pianeta: un richiamo alla pace per i tanti Paesi martoriati dalle guerre.
La speranza del regista è che questo film, prima di essere bello, possa essere utile. Bisogna ancora parlare della guerra, conoscerne la crudeltà, ricordarne gli orrori affinché i conflitti non si accendano più.
Solo quando non ci saranno più guerre, “l’erba tornerà a crescere sui prati”.
“Le celebrazioni del centenario della Grande Guerra non devono essere sventolio di bandiere ma modo per capire perché si arrivi sempre a massacrare il proprio e altri popoli. Sappiamo che la guerra è la più grande stupidaggine ma in eterno rischiamo di ricascarci” (Ermanno Olmi).
Bisogna sapere, altrimenti, come può la Storia essere maestra di vita?
Cinema Teatro LOVAGLIO
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