Potenza -Dalle ore 23.55 del 15 marzo, ho iniziato uno sciopero della fame per chiedere alla Regione Basilicata di calendarizzare, discutere e votare la mozione a sostegno del progetto del Partito Radicale “per lo stato di diritto e il diritto alla conoscenza contro la ragion di Stato”, depositata dal consigliere regionale Nicola Benedetto. Intanto, un ringraziamento torniamo a rivolgerlo a Sindaci, Giunte e Consigli comunali di Rionero in Vulture, Episcopia, Castelmezzano, Castelsaraceno, Policoro, Melfi e Brindisi di Montagna. Grazie, quindi, ad Antonio Placido, Biagio Costanzo, Rocco Rosano, Nicola Valluzzi, Livio Valvano, Rocco Leone, Nicola Allegretti. Grazie a chi ha detto sì e a chi si accinge a farlo, come nel caso dei Comuni di San Chirico Raparo, Lavello, Chiaromonte e Sasso di Castalda.
Grazie, quindi, a Sabino Altobello, Claudio Borneo, Rocco Perrone e a Valentina Viola. E grazie anche a Vito De Filippo e Salvatore Margiotta, che hanno prontamente deciso di sottoscrivere la Dichiarazione di Roma, mettendoci la faccia. Grazie a chi ha compreso e a chi si spera comprenderà che il nostro progetto, la nostra azione, la nostra lotta è nutrita dalla consapevolezza che “la civile convivenza è minacciata, nella gran parte del pianeta, dalla crescente erosione che la democrazia e lo stesso Stato di Diritto stanno subendo nei paesi cosiddetti democratici” e dalla convinzione che la strage di diritto si fa inevitabilmente strage di popoli.
Io sto con Marco Pannella per la vita del diritto e il diritto alla vita, in difesa dello Stato di diritto e per affermare il diritto umano e civile alla conoscenza, per innalzare le nostre bandiere: Diritto, Diritti, Giustizia, Libertà, Democrazia. Con Marco Pannella, perché gli voglio bene e grazie a lui ho compreso cosa vuol dire davvero lottare per un obiettivo, provando ad essere rigorosi, in primis con se stessi e poi con i propri interlocutori.
LA DICHIARAZIONE DI ROMA PER IL DIRITTO UNIVERSALE ALLA CONOSCENZA
Noi sottoscritti, donne e uomini, responsabili di legislazioni e di governi, donne e uomini di scienze, di lettere, di arti, diversi per religione, storia, formazione spirituale, ma tutti donne e uomini di pace,
Consapevoli dei gravissimi rischi, da cui la civile convivenza è minacciata nella gran parte del pianeta a causa della crescente erosione che la democrazia e lo stesso Stato di diritto stanno subendo nei paesi cosiddetti «democratici», Profondamente preoccupati perché gravissime e sempre più frequenti violazioni del comune corredo giuridico, costitutivo della vita civile nelle aree del mondo occidentale e della cosiddetta «primavera araba», colpiscono l’autentica democrazia politica e producono l’aumento dei conflitti e della povertà diffusa e sconvolgono pacifici ordini sociali,
avvertiamo l’impellenza di un’azione politica capace di riportare la vita degli Stati democratici all’altezza dei principi ispiratori e delle norme con essi coerenti, in un ripristinato quadro di costituzionalità interna e internazionale.
Si tratta di riprogettare con iniziative concrete una legalità democratica tendenzialmente universale.
A tanto ovviamente non serve rispolverare vecchi e fallimentari ricorsi alla forza, produttivi solo di nuove dolorose lacerazioni. Noi fermamente crediamo che nel diritto, e solo in esso, è la chiave della pace. Una nuova politica del diritto si articola in una serie di azioni da progettare con aperto spirito critico e da praticare con solidali volontà. Il primo punto di una tale iniziativa politica, quello che tutti gli altri regge, è la convinzione che uno Stato non è democratico, se la conoscenza è di uno, di pochi o magari di molti, ma non di tutti. Se democrazia è il potere del popolo, e si è impotenti cioè si è incapaci di decidere correttamente se non si sa, è evidente che il popolo, cioè tutti i cittadini, hanno il diritto di sapere.
Il secondo punto è l’esistenza della capacità di conoscere, cioè di poter ricevere le informazioni, di poter selezionare criticamente e valutare adeguatamente l’informazione, in modo da decidere nel modo più corretto. Ciò significa che fondamentale è una forte iniziativa per aiutare tutti, nessuno escluso, nel lavoro per affinare la propria capacità conoscitiva. La lotta per un sistema serio della formazione intellettuale aperto a tutti e il rafforzamento degli strumenti di diffusione delle informazioni è azione preliminare all’affermazione del diritto.
Il terzo punto è che i poteri in possesso dell’informazione essenziale per le decisioni popolari si dispongano a fornirle. Qui la nostra iniziativa ha di mira le massime autorità internazionali, gli Stati, le organizzazioni e gl’individui detentori delle informazioni. E’ questa una sfida molto difficile, da sostenere con la forza paziente della discussione a tutti i livelli. Si tratta di battere il vecchio dogma del potere sovrano, la cosiddetta «ragione di Stato», e di ridurne la pretesa entro i limiti più ragionevolmente ristretti, sopprimerla per le situazioni interne dello Stato, stabilirne le prescrizioni. Ma la campagna contro la «ragione di Stato» deve, ancor più dei «segreti» del passato, portare massimamente alla luce le ragioni oggettive, favorevoli e contrarie, alle decisioni da prendere. Quel che dopo tutto più conta non è condannare l’irrevocabile passato, ma «conoscere per deliberare» il futuro possibile.
Soltanto uno Stato, che riconosca anche il diritto dei cittadini alla conoscenza, può aspirare ad essere considerato propriamente uno Stato di diritto. Noi sottoscritti siamo fermamente convinti che gli abitatori del mondo, se conosceranno le effettive poste in gioco e soprattutto le reali condizioni della partita, molto probabilmente sapranno prendere le decisioni opportune per scongiurare le incombenti minacce. Perciò, in ragionata convergenza con il manifesto-appello di 113 Premi Nobel contro lo sterminio per fame, sete e guerre nel mondo, noi ad esso affianchiamo l’appello contro l’infame rifiuto d’informare, contro gl’inganni della conoscenza negata.
Questo appello impegna innanzitutto noi stessi, ciascuno per le proprie responsabilità nella vita civile, a promuovere con tutte le iniziative possibili, innanzitutto nella sede delle Nazioni Unite, la transizione verso lo Stato democratico e federalista, fondato sull’universale diritto alla conoscenza.
27/07/2015
Messaggio del Presidente Mattarella per la Conferenza “Universalità dei Diritti Umani per la transizione verso lo Stato di Diritto e l’affermazione del Diritto alla Conoscenza”
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Seconda Conferenza Internazionale “Universalità dei Diritti Umani per la transizione verso lo Stato di Diritto e
l’affermazione del Diritto alla Conoscenza”, ha inviato al Coordinatore del progetto, Matteo Angioli, un messaggio:
“Riconoscere e affermare i diritti fondamentali dell’uomo è un impegno continuo, che richiede intelligenza e passione, in tutti i continenti e a tutte le latitudini. Anche nelle società che hanno posto i principi di libertà, di uguaglianza, di pari dignità tra le persone alle fondamenta dei propri ordinamenti giuridici. Queste conquiste non sono mai acquisite una volta per tutte, ma vanno continuamente inverate e rese vitali. Per queste ragioni è particolarmente meritoria l’iniziativa del Partito Radicale e degli altri organizzatori della Seconda Conferenza Internazionale su “Universalità dei Diritti Umani per la transizione verso lo Stato di Diritto e l’affermazione del Diritto alla Conoscenza”, a cui rivolgo il mio cordiale incoraggiamento. Il programma della conferenza pone in stretta connessione fra loro il tema del diritto con quello della pace. E’ certamente uno dei crocevia decisivi del nostro tempo. Non ci sarà distensione tra gli Stati, né riusciremo a scongiurare la guerra, il terrorismo e la sopraffazione se non compiremo uno sforzo verso la costruzione di un ordine mondiale, che si fondi su valori umani condivisi e non soltanto su logiche di potenza o su sfere di influenza.
L’ordinamento giuridico, incardinato sui diritti inviolabili e sullo sviluppo integrale della persona, è una leva irrinunciabile della pace. Una leva che va posta a servizio del dialogo tra i popoli. Difficile davvero immaginare che le ragioni dello stato di diritto e della democrazia possano essere esportate sulla punta delle baionette. Il lavoro di costruzione di una rete del diritto sovranazionale richiede pazienza, coerenza, buon esempio, cooperazione, rispetto per le culture e le religioni. Laddove crescono le fratture sociali e le paure, laddove l’economia produce scarto anziché inclusione, il rischio di ogni involuzione è in agguato. Bisogna scommettere sul dialogo e sul diritto. Bisogna investire sulla cultura della legalità. Auguro buon lavoro a tutti i relatori e a quanti daranno seguito alla ricerca avviata con questa conferenza. C’è un lavoro di conoscenza che non va mai interrotto e che è intimamente connesso con l’azione politica. La conoscenza – e il diritto alla conoscenza – è un tema emergente della nostra epoca, che merita attenzione a livello dello stesso sistema delle Nazioni Unite. Viviamo il tempo della globalizzazione e dell’informazione veloce, in apparenza senza confini. Le nuove reti e i network sociali sono strumenti straordinari, con enorme potenziale democratico, ma al tempo stesso non si deve dimenticare che l’informazione globale può cadere in tentazioni di rinnovato machiavellismo. E’ un’altra frontiera della giustizia e del diritto da esplorare con passione civile e sguardo rivolto al futuro. Confido che il vostro dialogo sia d’aiuto al dibattito sono strumenti straordinari, con enorme potenziale democratico, ma al tempo stesso non si deve dimenticare che l’informazione globale può cadere in tentazioni di rinnovato machiavellismo. E’ un’altra frontiera della giustizia e del diritto da esplorare con passione civile e sguardo rivolto al futuro. Confido che il vostro dialogo sia d’aiuto al dibattito pubblico su questi temi a livello internazionale e alla conseguente crescita civile”.
Roma, 27 luglio 2015
Mozione: Nicola Benedetto
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
PIERO LACORAZZA
MOZIONE : TRANSIZIONE VERSO LO STATO DI DIRITTO E IL DIRITTO ALLA CONOSCENZA CONTRO LA RAGION DI STATO
IL Consiglio
PREMESSO CHE
Dal rapporto del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa al 31 dicembre 2014: -L’Italia è al primo posto, seguita da Turchia, Russia e Ucraina, tra i paesi che non hanno dato seguito alle sentenze della Corte europea dei diritti dell’Uomo; -l’Italia è al primo posto tra i paesi da cui provengono denunce ripetitive, ovvero per le stesse violazioni, con più di 8000 domande relative alla durata delle procedure giudiziarie e l’esecuzione delle decisioni prese ai sensi della legge Pinto, legge che aveva lo scopo di prevenire i ricorsi alla Corte; -che dal 1959 al 2014 l’Italia è il paese ad aver subito più condanne dopo la Turchia; e il 51% delle sentenze contro l’Italia riguardano la durata eccessiva delle procedure giudiziarie; -che l’elevato numero di sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e delle decisioni del Comitato hanno rilevato a partire dagli inizi degli anni 1980 problemi strutturali in Italia a causa della durata eccessiva dei procedimenti civili, penali e amministrativi” e “che i ritardi eccessivi nell’amministrazione della giustizia costituiscono un pericolo grave per il rispetto dello Stato di diritto”.
PREMESSO ALTRESÌ
-Che il Partito Radicale ha in corso una campagna per la transizione verso lo Stato di Diritto e il Diritto alla Conoscenza contro la Ragion di Stato e che nella conferenza tenuta al Senato il 27 luglio il Presidente Mattarella nel suo messaggio di saluto ha tra l’altro affermato che: “La conoscenza – e il diritto alla conoscenza – è un tema emergente della nostra epoca, che merita
attenzione a livello dello stesso sistema delle Nazioni Unite.”
CONSIDERATO CHE
-il 23 settembre 2015 la Commissione Affari Esteri della Camera ha discusso e approvato la Risoluzione 7/007/68 che ha impegnato il Governo “a farsi promotore, insieme a Paesi rappresentativi di tutte le aree geopolitiche e regionali, di iniziative in ambito ONU che conducano l’Organizzazione, le sue agenzie specializzate e gli Stati membri a intraprendere un’azione volta a favorire una transizione comune verso lo Stato di diritto e a codificare a livello universale il nuovo diritto umano alla conoscenza.”
PREMESSO INFINE
-Che a New York è in corso la 70ma Assemblea generale delle Nazioni Unite e che nel corso della prossima Assemblea generale si dovranno eleggere i membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza.Impegna Il Presidente della Giunta e la Giunta a sollecitare il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Affari esteri a fare proprio il progetto per la transizione verso lo Stato di Diritto e il Diritto alla Conoscenza contro al Ragion di Stato e su questo si candidi sin da subito e pubblicamente l’Italia al posto di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il Consigliere
Nicola Benedetto