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S.Arcangelo (PZ) – Dopo XXIV anni di convegni che hanno trattato i problemi che più attanagliano il sud Italia e la Basilicata, IL CENTRO STUDI SULLA POPOLAZIONE TORRE MOLFESE ed il CENTRO REGIONALE LUCANO DELL’ACCADEMIA DI STORIA DELL’ARTE SANITARIA(Ente Morale) con il prossimo anno desiderano uscire dai confini e cercare di portare aiuto nel mondo sostenendo IN MISSIONE CON NOI- BOLOGNA, che opera ormai da molti anni.

Abbiamo iniziato una collaborazione in sordina e, visto che ci sono i presupposti per migliorarla, abbiamo deciso che il prossimo anno, oltre a ricordare in breve le attività svolte in questi anni passati, vorremmo dare risalto a questa nuova collaborazione.
Già abbiano avuto nei tre convegni tenuti a Matera e a S.Arcangelo la presenza del Dott. Stefano CENERINI, un medico senza frontiere, che opera in Etiopia, ed abbiamo fatto tesoro delle sue esperienze sul campo. Vorremmo incrementare questa collaborazione anche facendo conoscere la organizzazione, che già opera egregiamente a Bologna, sul territorio e specie nel Sud Italia, con la raccolta di fondi che andrebbero a migliorare enormemente l’azione svolta dalla associazione.

Faremo conoscere l’opera svolta da questo medico missionario chiamato” dottore con il cacciavite”, per il fatto che, prima di poter prendersi cura delle persone, deve risolvere gli altri problemi, alcuni gravi che incombono sul territorio. Per l’Etiopia con 82 milioni di abitanti le Negleted diseases, malattie dimenticate, sono la malaria, la tubercolosi, le gastroenteriti infantili e alcune malattie dermatologiche tanto per portare alcuni esempi.
 Lo scopo è migliorare le capacità diagnostiche e terapeutiche degli operatori sanitari e diffondere la cultura necessaria per combattere le malattie.

Molte patologie si sviluppano anche perché parte delle popolazioni povere non hanno accesso all’acqua potabile. La malaria ha una potenza devastante, molto violenta, e una delle cause di questa emergenza è legata alla raccolta di acqua piovana, che i contadini sono costretti ad usare per irrigare i terreni e quindi sfamarsi.  Il destino per tutti è quello di ammalarsi di malaria o morire di fame.

Molto diffusa anche la tubercolosi, sempre più pericolosa per la nascita di ceppi farmaco-resistenti. Solo in Etiopia ci sono 50 mila nuovi casi all’anno e centinaia di pazienti morti in attesa di cure. Nel Paese non vi è nessun centro oncologico. La malattia che mette a rischio soprattutto la vita di molti bambini è la “diarrea infantile” e per curarli basta un poco di sale, zucchero e acqua potabile.