Parma – In una nota pubblicata soli tre giorni fa esprimevo il rammarico e il rimpianto che a distanza di circa quarant’anni dalla scoperta dell’importante necropoli di Alianello non fosse stato possibile far sorgere tra i calanchi alianesi un Antiquarium. E così la più gran parte dei preziosi reperti, testimoni di una civiltà straordinaria sorta tra il VII e il V secolo avanti Cristo, è stata condannata a tornare al buio, quello dei depositi polverosi del Museo della Siritide di Policoro, ancora più avvilente e intollerabile del buio della Terra, che li aveva custoditi per oltre due millenni e mezzo.
Che la richiesta della nascita di un Antiquarium fra i calanchi, più volte avanzata da amministratori e cittadini alianesi nel corso di almeno tre decenni, non fosse peregrina, anzi fosse motivata e degna della massima considerazione, è stato attestato per una pura coincidenza nelle ultime ore e in maniera molto autorevole.
Sulla stampa di domenica 5 luglio, cioè ieri, è stato dato giustamente molto risalto alla notizia che il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha provveduto a nominare il nuovo direttore generale degli istituti museali, dei monumenti e dei parchi archeologici statali. Ed è motivo di orgoglio per tutti i lucani che la scelta sia ricaduta su Massimo Osanna, nativo di Venosa, la città oraziana in provincia di Potenza.
Professore di archeologia all’Università Federico II, egli si è segnalato negli ultimi anni per aver diretto dal 2014 con risultati lusinghieri il Parco Archeologico di Pompei.
Il nuovo direttore generale, che assumerà l’incarico a partire dal prossimo 1 settembre, in una interessante intervista rilasciata al quotidiano “la Repubblica” subito dopo la sua nomina ha sottolineato, fra l’altro, la necessità che siano aperti i depositi di tanti musei negati al pubblico, mettendo in atto politiche di fruizione e di valorizzazione di un patrimonio ingente e preziosissimo.
In particolare, Massimo Osanna ritiene indispensabile una gestione innovativa che esalti la funzione delle piccole realtà museali. «Meglio tenere aperto un piccolo Antiquarium – egli ha sostenuto – anche solo una volta a settimana, affidandolo ad associazioni locali e cooperative, che tenerlo chiuso destinandolo alla scomparsa. Su questo c’è molto da fare: aprirsi al territorio è decisivo».
E’ il caso di ribadire che ad Aliano, dove già è in vita una gestione efficiente della Pinacoteca “Carlo Levi”, con opere originali dell’illustre confinato torinese, del Museo Paul Russotto, che conserva opere di uno dei maggiori interpetri nel Novecento dell’espressionismo astratto americano, del Museo della civiltà contadina, della Casa di confino che ospitò lo scrittore e pittore torinese, la creazione di un Antiquarium arricchirebbe l’offerta di un turismo culturale, già molto apprezzata.
E’ auspicabile, pertanto, che le parole del professor Osanna incoraggino l’Amministrazione a riprendere e a riproporre con vigore un progetto già sostenuto in passato, agendo di concerto con il Parco Letterario “Carlo Levi”, la Pro-Loco e il Circolo Culturale “Nicola Panevino”. Chissà che non sia possibile realizzare così un sogno mai definitivamente svanito.