Potenza – Con la nomina da parte del Presidente del Tribunale di Potenza, Rosario Baglioni, di Graziano Scavone (sindaco di Tito) quale sequestratario del sito produttivo dismesso della ex Daramic si riaccendono i riflettori su una vicenda che dura da quasi quindici anni. La società Daramic faceva parte del gruppo Polypore e si occupava della produzione di separatori in plastica per batterie. Ad inizio 2005 l’azienda denunciò il superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione a seguito dello sversamento di significativi quantitativi di tricloroetilene.
Nel motivare la scelta ricaduta sul Sindaco di Tito (Pz) per l’affidamento come sequestratario, il presidente del Tribunale di Potenza ha rilevato l’opportunità di “nominare un soggetto istituzionale che non solo sia munito dell’autorevolezza e delle competenze necessarie, ma che sia anche rappresentativo del territorio, così da garantire il sollecito avvio di un efficace intervento di bonifica a tutela dell’ambiente”.
Anche da questi passaggi consumatisi nel Tribunale di Potenza prende corpo la mia interrogazione per fare luce sugli interventi che la Regione Basilicata vorrà attuare a Tito Scalo. Già nel 2021 presentai all’allora assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, una interrogazione per conoscere il piano di interventi per mettere in sicurezza un sito trasformatosi in una “bomba ecologica”, che causa preoccupazioni per la tutela della salute dei cittadini e di sicuro non attira gli investimenti in una area industriale molto importante per la Basilicata.
Con la mia interrogazione ho chiesto di conoscere se esiste un piano di interventipredisposto dalla Regione Basilicata, in collaborazione con il ministero competente, per l’attuazione della bonifica del sito ex Daramic ed ex Liquichimica. Ho voluto interrogare la Regione anche per sapere se sono state già erogate somme per la realizzazione della bonifica e per conoscere il loro ammontare.
Le operazioni di bonifica del sito ex Daramic non possono più attendere. Spero che l’assessore regionale all’Ambiente, Cosimo Latronico, faccia la sua parte in questa vicenda che orami si trascina da troppo tempo.
Gianni Leggieri, Consigliere regionale