Gianni Leggieri
Gianni Leggieri

Potenza – Nei giorni scorsi ho depositato una interrogazione per avere alcuni chiarimenti in merito alla gestione del Consorzio per lo Sviluppo industriale della Provincia di Potenza. Più precisamente in merito al suo commissario liquidatore, l’avvocato Giuseppe Fiengo. Siamo alla fine di questa consiliatura, con il sedicente “governo regionale del cambiamento”, e alcune riflessioni sulla gestione della cosa pubblica si impongono, a partire dai tanti risultati non raggiunti.

È sotto gli occhi di tutti la condizione in cui versano le nostre aree industriali, che, in alcuni casi, rischiano di diventare dei siti di archeologia industriale. Tante le problematiche: luoghi da bonificare, aree da rendere più efficienti e sicure, degrado diffuso.

La vicenda del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Potenza offre uno spaccato dell’immobilismo da un lato e dello scarso attaccamento al miglioramento di certe situazioni dall’altro. Con la nomina dell’avvocato Fiengo come commissario liquidatore sono emerse alcune vere e proprie anomalie. Mi riferisco al fatto che il Commissario Liquidatore Fiengo, avvocato di Stato, al momento della nomina si trovava in quiescenza e, quindi, risultava già titolare di un assegno di pensione, ragion per cui avrebbe dovuto svolgere a titolo gratuito l’incarico affidatogli nel maggio 2021.

Cosa è successo, invece? Fiengo ha percepito un compenso annuo di oltre 80 mila euro, esclusi i rimborsi per le trasferte e i pernottamenti alberghieri in Basilicata. Pochi giorni fa, il 16 novembre, è intervenuto il Tar Basilicata, che, oltre a rilevare gravi anomalie nella gestione liquidatoria da parte del Commissario, ha anche condannato lo stesso alla rifusione delle spese processuali.

Un vero e proprio esempio di inefficienza, oltre che una beffa per i lucani. Per questo motivo ho voluto approfondire la vicenda con la mia interrogazione. Pensare che le risorse pubbliche vengano impiegate per non risolvere i problemi o ingraziarsi qualcuno è quanto di più deleterio. Ma le esperienze del passato non hanno insegnato niente?

Gianni Leggieri, Consigliere regionale