Fondo Sviluppo e Coesione
La dotazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) per il ciclo di programmazione 2014-2020, inizialmente pari a 54,81 miliardi di euro è stata successivamente incrementata di ulteriori 5 miliardi di euro con la Legge di Bilancio per il 2018, dal precedente Governo, determinando così il totale di 59,81 miliardi di euro.

Le erogazioni attestate sono complessivamente pari a circa 2 miliardi di euro, pari al 3,4% del totale. La chiave adottata per il riparto delle risorse prevede di assegnarne l’80% alle aree del Mezzogiorno e il 20 % a quelle del Centro-Nord.

La citata quota del 3,4% delle erogazioni sul totale delle risorse FSC 2014-2020 risulta pari a circa un terzo della quota dei pagamenti dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali sul finanziamento totale (pari al 9,4%). Il contributo del FSC come volano della spesa dei Fondi Strutturali è fin qui risultato quindi molto contenuto.

La nuova modalità di governance del FSC definita per il periodo 2014-2020 ha influito nel determinare questa situazione.
La legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n.190) ha infatti ridefinito la cornice di programmazione delle risorse FSC 2014-2020, prevedendo l’impiego della dotazione finanziaria attraverso Piani operativi (24,85 miliardi di euro), rispondenti ad aree tematiche nazionali definiti da una apposita Cabina di regia, attivata nel febbraio 2016 e composta da rappresentanti delle Amministrazioni centrali, regionali e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, e in precedenza attraverso Piani stralcio (6,33 miliardi di euro), per la realizzazione di interventi ad immediato avvio dei lavori, destinati a confluire nei piani operativi, in coerenza con le medesime aree tematiche.

Ulteriori assegnazioni hanno riguardato nel 2016 interventi da realizzarsi nelle Regioni e nelle Città Metropolitane del Mezzogiorno mediante appositi accordi interistituzionali denominati “Patti per il Sud” (13,46 miliardi di euro).

Analoghi strumenti sono stati avviati dal 2016 con le Regioni e Città metropolitane del Centro Nord (1,07 miliardi di euro).

A tutto questo si aggiungono altri 5 miliardi di euro circa di assegnazioni effettuate dai due precedenti Governi in diversi territori e per tematiche specifiche.

Come si può vedere la programmazione è stata abbastanza caotica con una proliferazione di strumenti, con regole sostanzialmente simili ma anche con differenziazioni che determinano inefficienze. La situazione oggettiva che è venuta a determinarsi evidenzia un ritardo nella realizzazione degli interventi finanziati a valere su risorse FSC 14-20 a fronte di un rilevante impegno in termini di strutture e di personale. A ciò va aggiunto il limitato contributo che sembrerebbe tali interventi possano dare all’attuazione della programmazione europea 2014-2020. Nei miei obiettivi vi è una drastica opera di semplificazione di questo panorama, senza determinare incertezze nelle Amministrazioni, ma concentrando e standardizzando le procedure e i compiti degli organismi tecnici.

Ad esempio, le delibere di assegnazione delle risorse ai Patti e ai Piani Operativi condizionano il trasferimento delle relative risorse all’inserimento dei dati sui progetti nel sistema di monitoraggio unitario istituito (BDU) presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questo permetterebbe di avere un monitoraggio abbastanza completo dell’andamento della spesa e una fluidità delle erogazioni tale da non creare criticità finanziarie nelle Amministrazioni e non determinare strozzature. Il sistema è tuttavia ancora perfettibile ed è mia intenzione proporre delle soluzioni che rendano ancora più facile e semplificato il processo amministrativo, realizzando la più completa possibile digitalizzazione dei flussi di dati e informazioni in modo da sveltire al massimo grado queste procedure.

L’attuale governance dei Patti prevede una struttura articolata e complessa che poco si concilia con le esigenze di rapida attuazione degli interventi. Anche su questo è nei miei programmi intervenire, evitando le sovrapposizioni di comitati e tavoli tecnici.

Per quanto riguarda il Fondo Sviluppo e Coesione 2007/2013 risultano inseriti in Banca Dati Unitaria (BDU) al 30/06/2018 n. 17.469 progetti – di cui 9.029 nel Centro Nord e 8.440 nel Mezzogiorno aventi un costo complessivo pari a 21,1 miliardi di euro, di cui 13,0 miliardi a carico del Fondo Sviluppo e Coesione, suddivisi per 2,3 miliardi nel Centro Nord e 10,7 miliardi nel Mezzogiorno. Con riferimento ai progetti allo stato inseriti nella banca dati, il costo realizzato in termini di Fondo Sviluppo e Coesione ammonta a 6,6 miliardi di euro.

Per quanto riguarda il FAS 2000/2006, risultano in attuazione in totale n.24.344 progetti di cui n.10.206 nel Centro Nord e 14.318 nel Mezzogiorno. A fronte di un Costo Totale di 81,8 miliardi di euro il FSC ammonta a 16,6 miliardi di euro di cui 3,6 nel Centro Nord e 13,0 nel Sud. L’avanzamento complessivo è del 79,2% con il Centro – Nord ad un livello medio del 92,2% ed il Mezzogiorno al 75,6%.

I dati relativi alle programmazioni FSC 2000/2006 e 2007/2013 risentono dell’utilizzo delle risorse in un’ottica di programmazione unitaria. La governance del FSC dei periodi considerati, pur se sviluppatasi in maniera a volte dispersiva attraverso gli atti di programmazione negoziata, ha consentito a queste risorse di fungere da “volàno” per gli investimenti pubblici .

Le risorse FSC sono state infatti funzionali al raggiungimento degli obiettivi di spesa sui programmi europei 2007/2013 e hanno contribuito alla chiusura con successo di questi ultimi. Nell’ottica della programmazione unitaria e coerentemente con quanto previsto dal Quadro strategico nazionale 2007/2013, le Regioni e le Amministrazioni centrali hanno infatti potuto rendicontare sul FESR interventi nativi FSC e coerenti con le regole fissate dai regolamenti comunitari. Ciò ha consentito da un lato di conseguire gli obiettivi di spesa, rendicontando sui POR e PON anche opere pubbliche importanti, la cui realizzazione si dispiega in un lungo arco temporale (mediamente superiore ai 12 anni), che attraverso gli strumenti della programmazione nazionale (APQ, Programmi attuativi Regionali) è stato possibile portare a termine. Dall’altro lato le risorse rinvenienti da queste operazioni possono rientrare in circolo ed essere rinegoziate con i territori e con le Amministrazioni Centrali per realizzare nuovi interventi.