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I fontanini pubblici sono uno degli elementi caratteristici dei nostri centri cittadini, archetipo che ci ricorda la sacralità del bene acqua, una risorsa vitale che deve essere sempre a disposizione di tutti: il bene pubblico per eccellenza. Tesoro inestimabile (“l’oro blu”) di cui la Basilicata è ricca ma che è duramente messo alla prova da attività umane tese a sfruttarne il potenziale solamente dal punto di vista economico, tralasciando aspetti essenziali quali la tutela e la salvaguardia anche (e soprattutto) a vantaggio delle generazioni future. Succede così che in un “ordinario” giorno di fine estate (il 24 agosto scorso), in terra di Basilicata, proprio nell’acqua zampillante da uno di quei meravigliosi fontanini, precisamente quello di Via S. Giovanni Battista a Montescaglioso, l’ARPAB rilevava la presenza di ferro e piombo in quantità superiori ai limiti stabiliti per legge. Il Sindaco, allertato dall’ASM Matera, emanava il 31 agosto un’ordinanza per vietarne l’erogazione. Da quel momento, un palleggio tra l’Assessore all’Ambiente, ASM e Acquedotto Lucano che, a seguito di ulteriori controlli, portava l’8 settembre 2015 alla revoca dell’ordinanza sindacale.

Non è la prima volta che vengono segnalati casi di inquinamento di acqua pubblica: ricordiamo il caso del Comune di Tito, dove furono rinvenute tracce di idrocarburi nell’acqua che sgorgava dai rubinetti di due abitazioni private; rammentiamo anche il caso dei batteri fecali ritrovati nell’acqua a
Ferrandina, Pomarico e Miglionico.

Per questo, anche per dare manforte al lavoro dell’Osservatorio Ambientale di Montescaglioso, ma anche della Fondazione Osservatorio Ambientale regionale, e in considerazione del ripetersi di casi simili a quello di Montescaglioso, il M5S Basilicata ha deciso di portare la strana faccenda in consiglio regionale. Quali sono le azioni che la Giunta regionale intende mettere in campo per garantire una maggior tutela della salute pubblica? C’è qualcuno che sta pensando a potenziare il sistema di controlli ex ante ed ex post sull’acqua immessa negli acquedotti e nella rete idrica? E poi, ritornando allo strano episodio di Montescaglioso, perchè si è atteso sette giorni per emanare l’ordinanza di divieto di attingimento dell’acqua? Perchè la popolazione non è stata immediatamente messa al corrente della situazione con appositi avvisi pubblici? Perchè non è stato informato l’Osservatorio Ambientale? Non si può far finta di niente davanti a simili episodi: campanelli
d’allarme da non ignorare. Sette giorni per emanare una ordinanza sembrano pochi, ma sono tanti, soprattutto se si pensa al fatto che il fontanino in questione è situato in una piazza centrale di Montescaglioso, frequentata anche da turisti in particolare nel periodo estivo.

“Sorella acqua” merita più tutela e più rispetto: non dovremmo mai dimenticare che il nostro corpo è costituito da circa il 75% di acqua e che senza “l’oro blu” la vita non è possibile. Amare la vita significa amare l’acqua: solo attraverso una sua seria, attenta e accurata salvaguardia, la lotta agli sprechi e alle perdite idriche, nonché all’inquinamento, si potrà assicurare acqua di qualità, pubblica e gratuita, a tutti; attuando, finalmente, i referendum popolari del 12 e 13 giugno 2011, quando il 54% degli elettori si disse contrario a qualunque forma di privatizzazione dell’acqua.

Qui testo interrogazione
Gianni
Perrino
Capogruppo M5S Basilicata – Consiglio Regionale