Melfi – Tre spettacoli in due giorni, il 17 e il 18 di Maggio e ogni volta un’emozione diversa, forte e intensa… Troppo arricchente e troppo bella per i ragazzi ma anche per noi docenti. Tutti dovrebbero fare un’esperienza del genere. Tutti dovrebbero mettersi alla prova per poterne capire il senso. Lavorare in gruppo per mettere gli alunni nelle condizioni di imparare a stare e lavorare insieme, gettando le basi per poter essere e diventare i futuri “cittadini” del Mondo!

Portarli in scena non è facile e non è semplice, perché il palcoscenico fa paura e terrorizza e essere riuscita in questa difficile e ardua impresa, per me è già stato un grande risultato, poi la musica, la danza, la magia del teatro hanno fatto il resto! La musica aggrega e crea le condizioni ideali per imparare a stare insieme, gettando le basi per una pacifica e sana convivenza. Si impara a stare insieme, facendo e lavorando insieme. Si impara a fare teatro, facendo teatro.
Gli alunni che hanno partecipato sono in tutto 35, tutti di classi diverse e di indirizzi diversi. Tra di loro ci sono anche alcuni ragazzi “diversamente abili”. Hanno fatto gruppo. Sono diventati un gruppo coeso e solidale e ciascuno di essi ha maturato il senso di appartenenza e di reciproco rispetto, facendo proprio lo scopo comune a tutti: portare in scena il risultato finale del percorso, uno spettacolo multimediale e musicale.

Per le scenografie, ho sempre optato per quella di tipo multimediale o virtuale, principalmente perché i ragazzi hanno più spazio e libertà di movimento nell’allestire le coreografie, non hanno ostacoli fisici e possono muoversi liberamente dando sfogo al proprio estro creativo e artistico , poi, l’interazione continua tra reale e virtuale offre l’opportunità di realizzare un suggestivo e immediato effetto visivo e scenico e al pubblico si presenta sul palcoscenico una scena nella scena e uno spettacolo reale , concreto, immerso in uno spettacolo virtuale. Il pubblico viene catapultato magicamente e immediatamente in una realtà concreta immersa in una dimensione virtuale e ne risulta meravigliato e affascinato. Tutto ciò allarga gli orizzonti fisici e mentali in una visione globale che lascia spazio alla fantasia.

La possibilità di inserire immagini in tridimensionale e anche video offre l’opportunità di poter sperimentare e ricercare nuovi metodi e sistemi di comunicazione. Inoltre, la virtualità offre il vantaggio di non avere schemi rigidi e interpreti fissi e si riesce a ottenere un immediato confronto tra icone del mondo classico con quelle del mondo contemporaneo. Il pubblico ha gradito molto questo tipo di comunicazione e anche la maestria con cui i ragazzi si sono mossi sulla scena.

L’idea della scenografia multimediale non piace molto ai ragazzi, perché loro preferirebbero la scenografia reale, con mobili e oggetti fisici. Senza trascurare l’importanza dell’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica, che mi ha sempre
affascinato e che consente di mettere a fuoco la centralità dell’alunno nel processo di insegnamento-apprendimento e offre l’opportunità di sperimentare nuovi approcci psico-pedagogici, creando le condizioni ideali perché l’alunno sia il vero e unico protagonista attivo del suo sapere, ritengo che la scenografia fissa comporti costi troppo esosi e determini anche lo svantaggio di essere vincolati ad un’ ambientazione statica che rimane per tutto lo spettacolo, mentre, con la scenografia virtuale, si può spaziare da un luogo ad un altro, senza porre limiti all’immaginazione. Alla fine, gioco o forza, i ragazzi devono assecondarmi e scendere al compromesso con me, e in realtà, essendo fondamentalmente insicuri e inesperti, si lasciano guidare.

Laboratorio emozionale
Laboratorio emozionale

Che dire dello spettacolo?… Tanti i momenti di magico spettacolo. Si assiste non a una classica drammatizzazione del classici di ” Walt Disney” ma ad una moderna rivisitazione. Viene fuori un nuovo modo di porgere al pubblico la stessa storia, una versione rivisitata, in chiave moderna, molto personalizzata per rispondere meglio ai linguaggi prediletti dai giovani interpreti.

Accade che al linguaggio parlato si preferisca la mimica dei gesti, l’espressività del volto e che le parole di un testo siano cantate e non recitate. C’è pathos, espressività, mimica gestuale e facciale, postura, portamento.. Parlano i gesti e non le parole.. si percepisce una grande emozione del pubblico ottenuta attraverso il linguaggio non verbale .. Accade che la classica Sirenetta diventi un’eroina dei tempi moderni, che balla il tango; accade che la bella e triste Cenerentola venga raccontata attraverso video e testi musicali dei giorni nostri

come “Perdere l’Amore” di Massimo Ranieri e ci sono anche
canzoni e testi di Laura
Pausini, di Giorgia, Jovanotti e J-AX; Accade
che il classico Peter Pan diventi un eroe
moderno con i testi e le
canzoni di Bennato.. e che le canzoni interpretate,
magicamente sulla scena,
possano essere
cantate, in
coro, anche dai ragazzi
presenti nel pubblico.

I ragazzi, tutti attori per passione e non per professione, sono stati semplicemente meravigliosi. Il teatro, la musica, la danza sono i linguaggi con cui i giovani prediligono esprimersi e per noi docenti rappresentano la leva con cui fare lavoro di gruppo per migliorare la relazione e la socializzazione. Abbiamo concluso lo spettacolo con un inno alla Gioia, all’Amore, alla Vita, alla Pace . Alla fine, i ragazzi hanno interpretato, magicamente, “Ama e cambia il Mondo” , una canzone del Grande Musical, dedicata alla grande storia d’amore di Romeo e Giulietta. Abbiamo voluto dire un grande Grazie alla Musica che ci ha tenuti uniti .

Dalla prima all’ultima scena è stato un alternarsi di emozioni, canzoni, colori, immagini, sorrisi e applausi. Tutta la rappresentazione infatti è stata un vero successo e il momento più eclatante è stato ovviamente il ritrovarci, festosi e felici, sul palco, tutti insieme. Tra gli applausi e i festeggiamenti, 35 visi sorridevano all’unisono. Nel cuore rimane la gioia di una meravigliosa esperienza vissuta insieme.

Prof. Rosa Di Lonardo