È stato da poco pubblicato per le Edizioni “Il Saggio” di Eboli un bel volumetto, “Storie di Isabella”, contenente cinque brevi ma appassionanti racconti. Ne sono protagonisti quattro personaggi femminili, abbastanza noti ai cultori di storia e di letteratura, e una giovane donna messicana, recentemente balzata agli onori della cronaca mondiale.
Con felice intuizione Vincenzo Cicalese ha proposto in maniera sobria e accattivante le vicissitudini di Isabella Marcangione, Trastàmara, Morra, D’Avalos e Cabanillas, collocandole sapientemente nella loro cornice storica, e ha finito per dar vita a un piccolo ma splendido florilegio di storie al femminile.
L’autore, ebolitano di nascita, può essere ritenuto lucano di adozione, per aver vissuto gran parte della sua vita professionale tra Senise, Moliterno, Maratea e Lagonegro, dove è stato per molti anni dirigente scolastico nelle scuole superiori. Si può facilmente indovinare che tale sua condizione abbia contribuito a suscitare in lui un forte interesse per le storie dei personaggi proposti e in particolare per Isabella Morra, la celebre poetessa di Valsinni, che nel secolo scorso è assurta a fama nazionale per merito di Croce ed è considerata una delle esponenti più significative del petrarchismo cinquecentesco.
Non credo, perciò, sia casuale che Cicalese abbia collocato al centro del suo libro la tragica storia d’amore fra la poetessa e il cavaliere spagnolo Don Diego Sandoval de Castro. Nel racconto non solo sono ricostruite in maniera succinta e incisiva le vicende biografiche di Isabella Morra, ma vengono anche accennate le ragioni che hanno concorso alla fortuna del suo smilzo Canzoniere e hanno poi creato intorno alla sua figura un alone di leggenda. Un vero e proprio mito, che seduce ed affascina.
La drammatica storia del primo testo, invece, ha come sfondo integratore la città di Eboli al tempo degli Angioini ed è degna di essere ricordata anche perché ispirò la celebre novella del Decamerone, che il Boccaccio dedicò a Lisabetta da Messina. Si racconta dell’amore tra la giovane Isabella Marcangione e Lorenzo, figlio del priore dell’antica Chiesa di San Francesco, il padre spagnolo Fernando de Burgos di Castiglia.
Ad essa si aggiungono le storie dei tragici amori di Isabella Trastàmara, figlia di Ferdinando II di Aragona e della regina Giovanna, per Emanuele, e di Maria Isabella d’Avalos, moglie del celebre musicista Carlo Gesualdo principe di Venosa.
L’ultimo racconto, infine, si ispira non alla storia ma alla cronaca drammatica del nostro tempo ed è dedicato a Isabella Cabanillas de la Torre, una giovane eroica donna messicana di Ciudad Juarez, la “città che uccide le donne”. Impressionata sin da piccola dal gran numero di giovani ragazze operaie che sono vittime nelle “maquiladoras”, Isabella, la “chica de las macetas”, la decoratrice dei vasi, si trasforma in una strenua combattente per il riscatto delle donne.
Le cinque storie dell’agile ma succoso volumetto di Vincenzo Cicalese sono tenute insieme non solo dal tenue filo onomastico e dalla forte analogia di altri suggestivi elementi esteriori, ma anche e sopratutto dal profondo significato che le loro vicende assumono sul piano sociale ed esistenziale.
Certo, balza subito agli occhi del lettore la singolare coincidenza che la vita di tutte le protagoniste s’interrompa alla giovane età di ventotto anni e che la morte sia sempre annunciata da tristi sogni premonitori.
Ma quel che mette più conto di rilevare è che le vicende esistenziali delle protagoniste lasciano intravedere, talora in filigrana e talaltra in maniera ostensiva, l’interesse per un tema antico e pur sempre attuale, vale a dire la condizione femminile nella società di ogni tempo.
Già nel racconto “Le tre morti e le quattro vite di Isabella Morra” si sottolinea l’importanza dell’opera della poetessa dell’antica Favale, che è “sempre proiettata nell’anelito della libertà e verso il riscatto della donna da una condizione di prigionia fisica e morale”. Ed è per questo che Isabella “diventa il simbolo di una condizione femminile che fa proprie quelle di tutti i tempi”.
Ma a tale riguardo nel bel volume di Cicalese, godibile e istruttivo, capace di emozionare e di far riflettere, densa di particolare significato è la dolorosa storia di Isabella Cabanillas, posta quasi a suggello del libro. Essa, infatti, testimonia in maniera esemplare l’urgente necessità di battersi per i diritti delle donne, che ancora oggi sono clamorosamente conculcati non solo in Messico, ma in tutti i Paesi del mondo.