FOTO MENARINI
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S.Arcangelo (PZ) – Queste sono le due principali domande alle quali gli scienziati cercano di dare una risposta, ma gli studi sia italiani che americani hanno trovato iniziali segnali incoraggianti circa la prima domanda sulla durata della immunità. Gli studi realizzati fino ad ora hanno accertato che i soggetti guariti da forme lievi di Covid avevano conservato una ”corazza” (M.DE BACH CORSERA19/11/2020) di cellule immunitarie sufficienti a respingere la infezione, e fornire protezione dalla malattia per anni.

Altri ricercatori dell’ISTITUTO SUPERIORE di SANITA di Roma hanno accertato che gli anticorpi prodotti dai contagiati neutralizzano il virus, cioè impediscono la sua penetrazione nelle cellule umane.
Circa la memoria immunitaria nell’uomo a lungo termine è troppo presto per dare una risposta definitiva perché, come dicono gli immunologi, gli studi si realizzano dopo anni, ma i primi risultati stanno ad indicare che alcuni componenti del sangue a vita lunga (plasmacellule), responsabili della produzione di anticorpi, restano anche decenni. Tutto questo avviene quando un virus continua a circolare.

Circa la seconda domanda, studi in via di realizzazione hanno ipotizzato che è necessario creare un vaccino PAN-CORONAVIRUS (S.ABRIGNANI Corsera 19/11/2020), capace di stimolare una risposta immunitaria protettiva contro tutti i coronavirus. Infatti ogni 10 anni -2002,2010,2019- questo virus ha prodotto nel mondo nuove malattie, in parte auto-estinte ed in parte debellate per l’intervento dell’uomo. Sulla base di questa sequenza numerica, e sulla base delle modificazioni sociali che favoriscono i salti di specie, se vi sarà il salto da un animale all’uomo un nuovo coronavirus potrebbe infettare l’uomo e comparire in questo decennio

Sarebbe auspicabile che venga ideato e prodotto un vaccino PAN CORONAVIRUS, capace di stimolare una risposta immunitaria contro sequenze proteiche comuni a tutti i coronavirus.
Potrebbe rappresentare un ambizioso progetto di prevenzione per la salute di tutti e mettere a punto uno scudo a largo spettro realizzando un vaccino contro tutti i Coronavirius, ed evitare i gravi danni che la epidemia attuale sta creando.

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Antonio Molfese, specialista in Ostetricia e Ginecologia, Urologia, Igiene e Medicina Preventiva, Medicina Legale e delle Assicurazioni, ha compiuto ricerche presso il Karolinska Institut di Stoccolma, e presso l’Università Cattolica di Roma. È stato Professore a contratto dal 1990 al 1994 presso l’Istituto di Igiene dell’Università di Sassari ed ha insegnato Medicina Navale e delle Piattaforme Petrolifere. Studioso di Storia Regionale, è anche autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di programmi televisivi di educazione sanitaria e collabora in qualità di giornalista con riviste specializzate nel settore dell’igiene e della medicina preventiva. Dirige da XX anni il Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, Torre Molfese, Centro Studi sulla Popolazione e per migliorare la condizione dell’anziano in Basilicata- Torre Molfese, San Brancato di Sant’Arcangelo (PZ).