Rionero in Vulture. Un collettivo auto-organizzato dal nome “Rise UP” costituito da giovani, studenti, precari, disoccupati e lavoratori è nato nella città di Rionero in Vulture. E’ un comitato spontaneo che si lamenta delle condizioni di vita del Paese ed ha deciso per il 24 aprile alle 18 in piazza Giustino Fortunato di manifestare il proprio dissenso verso il Paese, dove ognuno può partecipare ed intervenire ad un’assemblea pubblica. Ecco il comunicato che il collettivo ha diffuso nella cittadina rionerese (è stato diffuso anche nel sito riseupvulture): “Siamo un gruppo di giovani studenti, precari, lavoratori e disoccupati che non si rassegna al presente e al futuro di precarietà, sfruttamento e impoverimento a cui chi ci governa ci vorrebbe costringere. Siamo una generazione cresciuta subendo continuamente tagli a scuole, università, ospedali, trasporti, pensioni, stipendi e diritti mentre i nostri soldi finivano a finanziare le scuole private, le banche, i gruppi finanziari e industriali. Oggi, quando ci rimangono solo le briciole, vengono a dirci che c’è la crisi, che non ci sono più soldi, che dobbiamo fare i sacrifici, come se noi e le nostre famiglie non ne avessimo già fatti abbastanza fino ad ora! Questa retorica dei sacrifici, dello “stiamo tutti sulla stessa barca”, della coesione nazionale per salvare l’Italia però non ci convince affatto!Non ci convince perché sappiamo dove sono finiti i soldi: Ogni giorno un fiume di denaro pubblico (il nostro denaro!) che viene sprecato (perché più spesa pubblica significa più tangenti da distribuire) o peggio regalato ai privati e finisce tutto nelle tasche di politici, banchieri, industriali e mafiosi. Non siamo più disposti ad accettare tagli a stipendi e pensioni, aumenti dell’ICI, dell’IVA, delle accise sui carburanti, a subire una manovra lacrime e sangue quando i patrimoni miliardari di chi fino ad oggi ha rubato dalle nostre tasche vengono lasciati intatti. Non siamo più disposti a fare sacrifici per il pareggio di un bilancio in cui ci sono 35 miliardi di spese militari, 20 miliardi di “costi della politica” (vitalizi, auto blu etc.), 30 miliardi per costruire grandi opere inutili come il TAV ed il ponte sullo stretto (utili solo a distribuire tangenti ai politici e dividendi alle industrie del cemento ed alle mafie). Non siamo più disposti a vedere aziende che sfruttano acqua e petrolio facendo profitti milionari, causando inquinamento e devastazione del territorio, lasciando alle popolazioni soltanto pochi spiccioli; Ne’ siamo disposti a vedere la nostra regione in mano alle eco-mafie, trasformata in una discarica di rifiuti tossici e pericolosi, il tutto con la complicità della politica locale. Non siamo più disposti a pagare per una crisi e un debito che non ci appartengono, che sono stati creati da una casta di industriali, politici, banchieri e mafiosi che in tutti questi anni si sono arricchiti e continuano ad arricchirsi sulle spalle nostre e delle nostre famiglie. Per questo la nostra insofferenza e la nostra rabbia verso questa società non possono più fermarsi alla semplice lamentazione e non può e non deve rimanere confinata in una dimensione individuale, ma deve essere ciò che ci spinge ad uscire allo scoperto, a discutere, ad agire. La nostra indignazione e la nostra rabbia devono essere il punto di partenza per costruire ed organizzare il rifiuto verso chi vuole farci pagare questa crisi e questo debito, verso questa società che vuole condannarci ad una vita di precarietà ed impoverimento, per dare forza alle nostre ragioni, pretendere ciò che ci spetta di diritto ed essere protagonisti nelle lotte per un cambiamento radicale”.
Lorenzo Zolfo
La foto ritrae il simbolo del collettivo Rise UP di Rionero.

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Ha collaborato negli anni 80 con alcuni quotidiani modenesi giornalista e responsabile della pubblicità della cooperativa Editoriale Emilia, appassionato di informatica fonda il sito Lucani in Europa nel 2005. Vive a Castelfranco Emilia ma nato a Stigliano (MT).