Roma, 17-10-2014 – Lo scorso 14 ottobre al cinema Barberini, in anteprima nazionale, è stato proiettato il film: “Le Ali del Destino”. La vera storia di Vito Sinisi di Ripacandida, medaglia d’oro al valor militare nella Seconda Guerra Mondiale. Alla presenza di circa 50 ripacandiesi ( una trentina personaggi nel film, altri residenti a Roma) dell’unico parente in vita di Vito Sinisi, lo zio Luigi, ultranovantenne, di autorità politiche, del Comando dell’Aeronautica Militare ( presente il Generale Pasquale Preziosa), di personaggi pubblici (Nico Fidenco, autore delle musiche nel film; Elena Bolelli, Eduardo Vianello, lo stilista Balestra, Renzo Arbore, Alda D’Eusanio, Patty Pravo) , è stato proiettato un film sulla storia di Vito Sinisi, un Aviere dell’Aeronautica deceduto durante la II guerra mondiale nell’adempimento del suo dovere. Il film, firmato da Vittorio Viscardi e prodotta da Gianna Menetti, una pronipote di Vito Sinisi per la CinemArt, ha ricevuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio e racconta uno spaccato di vita italiana con la storia di un ragazzo nato a Ripacandida in Basilicata, classe 1907, con un grande desiderio: volare e cavalcare l’aria. Con il racconto di suo nipote, Luigi (presente in sala), che vede la partecipazione straordinaria di Adriano Aragozzini nel suo debutto cinematografico, in questo film, si sono scoperti sogni, amori, aspirazioni di un eroe nazionale. prima delle riprese del film, Aragozzini ha dato lettura di una sentita missiva del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che “esprime il proprio apprezzamento per ogni iniziativa che, onorando la memoria di chi ha dato eroicamente la vita per la Patria, testimonia la tradizione di totale dedizione e capacità di sacrificio dei militari italiani.”
Il Presidente ha poi voluto ricordare l’esempio straordinario di Vito Sinisi che ” vale specialmente per le giovani generazioni, alle quali insegna in quale misura debba prevalere sull’interesse personale quello della collettività nazionale”. Il messaggio si conclude con i complimenti a Gianna Menetti: ” che ha voluto ricostruire le vicenda dell’Eroe di famiglia”. Il regista Vittorio Viscardi ha detto: ” dietro ad ognuno di noi c’è qualcuno:degli avi, i nonni, degli zii, i genitori e,naturalmente, gli amici. E tutto questo rappresenta il paese nella sua complessità ed interezza. nel racconto filmico, si sono voluti dare messaggi importanti che oggi nella moderna società e nella vita di tutti i giorni, si sono affievoliti:l’amore per il paese in cui si vive, l’amore per la famiglia e la dedizione al lavoro che si è scelto di fare.” Gianna Menetti, che per una casualità ha scoperto che suo prozio Vito Sinisi, con l’attribuzione di una strada a Roma, fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare, recita se stessa: ” il film ci regala uno spcato di vita contadina, della genuinità di una terra e della spontaneità della sua gente.
Un popolo, quello Lucano, ospitale e sincero”. Un film che racconta una storia di giovani d’altri tempi con un cast di talentuosi attori emergenti: Valerio Peroni,Francesco Varlotta di Ripacandida, di solo 10 anni, Carlotta Oreto, Michele Disabato di Ripacandida (nel film, ha impersonato il parroco)Elisa Di Donna, Melissa Summa, Miriana Lettieri e Angelo Labriola, questi ultimi di Ripacandida (vedi immagini del film). la foto grafia del film è di Paolo Oreto e la musica bella e suggestiva di Nico Fidenco (che si è complimentato con i personaggi di Ripacandida, i due più piccoli, Francesco Varlotta e Loris Lettieri di appena 10 anni, alla loro prima esperienza davanti una telecamera). A fine proiezione, avvicinato Renzo Arbore ha riferito: ” un bel film. Ho ricordi positivi della Basilicata per i numerosi concerti effettuati con l’Orchestra italiana, tra questi Venosa, che mi ha attribuito la cittadinanza onoraria”.
Michele Disabato, il personaggio del prete, ha riferito: ” per essere una prima nazionale alla presenza di tanta gente, alcuni rimasti in piedi, vuol dire che il film è piaciuto. Tanta emozione e commozione ha suscitato in noi ripacandidesi, nel rivedere nel film scorci panoramici ed angoli caratteristici del nostro paese”. Aurelio Sinisi, ex direttore generale della scuola elementare presso il Ministero della Pubblica Istruzione, quasi novantenne,non ha voluto mancare a questo importante appuntamento. Ha incontrato un foltissimo gruppo di Ripacandidesi e fra di essi alcuni vecchi amici e parenti e alcune conoscenze nuove. Ecco il suo giudizio sul film: “ Il film, naturalmente, mi é piaciuto; sono però un giudice positivamente prevenuto: io ho conosciuto, anche se vagamente, il Vito Sinisi, ma sono stato amico delle sorelle e soprattutto del fratello Antonio, funzionario del Ministero dell’Interno: quando da militare a Bracciano, nel 1945, venivo a Roma facevo riferimento a casa sua, in via Riboty.
Oggi, poi, continua la mia vecchia amicizia con lo”zio Luigi”, ossia con quello che, tra parentesi, mi é parso il vero protagonista del film; siamo noi due i”resti” di un gruppo di Ripacandidesi che da decenni si incontravano periodicamente a pranzo e ricordavano gli anni vissuti nel nostro paese. Comunque, cercando di essere obbiettivo, ritengo che: 1) la figura del protagonista sia degnamente inquadrata come quella di un giovane serio, ricco di entusiasmo e di amor di patria e fornito di valori morali profondi, quali in effetti erano realmente tanti giovani in quel tempo; 2) le scene ripacandidesi esprimono adeguatamente una realtà che io ho conosciuto da ragazzo; 3) gli attori professionisti sono tutti bravi, ma non lo sono da meno alcuni “dilettanti”, quali il Di Sabato, perfetto Arciprete don Pasquale Gentile. L’unica cosa un tantino strana, ma pur sempre verosimile, per me che fin dall’inizio ho conosciuto l’esistenza della Via Vito Sinisi il fatto che la nipote l’abbia scoperta con ritardo e solo per caso”. Maddalena Spinelli, dell’associazione culturale “I Fiori del Vulture ha aggiunto: ” abbiamo raggiunto un bel traguardo, Ripacandida che viene immortalata a Roma”. Alcuni tagli sugli splendidi affreschi del Santuario di San Donato gemellato con la Basilica superiore di Assisi e sulle riprese fatte in alcuni palazzi storici del paese, come Chiari e Virgilio, non hanno scalfito il racconto di questo famoso personaggio.