all ovest niente di nuovo cover1
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all-ovest-niente-di-nuovSATRIANO – 28 APRILE ORE 10.00 ISTITUTO COMPRENSIVO PER LA SETTIMA EDIZIONE DELLA RASSEGNA LE VISIONI ALTRE LA PROIEZIONE DEL CAPOLAVORO DI LEWIS MILESTONE “ALL’OVEST NIENTE DI NUOVO”. Una pellicola pacifista e antimilitarista per eccellenza rimane “All’ovest niente di nuovo” . Ispirata ad un romanzo di Erich Maria Remarque e girata negli Stati Uniti nel 1930 dal regista Lewis Milestone, l’opera viene presentata questa mattina (ore 10.00) all’Istituto Comprensivo di Satriano nel corso de “Le visioni altre”, rassegna cinematografica giunta alla settima edizione e promossa dalla Regione Basilicata e dalla locale Amministrazione. Vincitore di due Oscar (miglior film e miglior regia), “All’Ovest niente di nuovo” mostra la guerra e le sue atrocità da una prospettiva del fronte germanico. La trama è quella di un insegnante tedesco che istiga i suoi studenti ad arruolarsi volontari, ma una volta sul fronte i ragazzi scoprono che la logica della guerra è nettamente separata dal coraggio, dal dovere, dall’ etica. Forza di questo lavoro – colosso del primo cinema sonoro – deriva dall’intreccio della sua componente realistica con la spettacolarità di alcune sequenze: la macchina da presa sembra partecipare alla battaglia alla stregua dei soldati. Nel lavoro di Milestone la guerra, che dà sempre il potere agli uomini peggiori, risulta non soltanto ideologicamente deprecabile, ma anche fisicamente insopportabile. Se straordinarie risultano essere delle scene, memorabili sono pezzi di sceneggiatura come le parole che il caporale Louis Wolheim prospetta ai suoi soldati: “Quando si profila una grande guerra bisognerebbe recintare un grande campo. E quando arriva il gran giorno bisognerebbe prendere tutti i re, i ministri, i generali, metterli al centro in mutande e farli combattere con la clave”. “All’ovest niente di nuovo” venne distribuito, dopo gli Stati Uniti, anche in Europa, ma sempre tra gli ostacoli: in Germania i nazisti lanciarono in sala topi morti e serpenti vivi, In Italia fu censurato prima da Mussolini e poi dai successivi governi. Comparve nelle nostre sale solo nel 1956 e in Francia nel 1962. Negli Stati Uniti, durante la guerra di Corea, ne circolò soltanto una versione tagliata ed edulcorata. L’attore protagonista del film, Lew Ayres, dopo le riprese divenne un pacifista convinto, ma ciò rappresentava quasi un crimine per l’America di quel tempo e degli anni a venire, tant’è che l’attore fu emarginato da Hollywood, la sua scelta compromise una carriera che sembrava avviata verso i più alti destini. La rassegna “Le visioni altre”, che con la settimana edizione si propone come un focus sul cinema (e sulle menzogne) della grande guerra, prosegue il 30 aprile con la proiezione di “Charlot al fronte”, pellicola del 1918 di Charlie Chaplin.