Venosa (PZ) – Il Centro Socio Educativo de “Il Filo di Arianna” della cittadina oraziana inizia a riprendere le attività socio-ricreative che erano state sospese a causa del Covid-19.
A darne notizia la dott.ssa Aurora Reato: “Nel nostro luogo protetto, cosi come anche nella nostra struttura per anziani, i Gruppi Appartamento per la Terza Età e l’Alzheimer, non potevamo e non possiamo tutt’ora permettere l’accesso a figure e personalità esterne che hanno da sempre preso parte allo svolgimento dei vari laboratori settimanali come attività teatrali, di integrazione, progetti di alternanza scuola – lavoro con i volontari Avo, Vip Clown ecc, le uscite stesse sono state sospese per permettere ai nostri ragazzi di continuare la frequentazione del centro in modo sicuro.
Ad oggi però le cose iniziano a cambiare, la ripresa delle attività, pur se in maniera graduale e sempre in sicurezza attraverso i protocolli covid che tutti conosciamo, sta avvenendo sempre più grazie alle vaccinazioni. Tutti gli operatori e i ragazzi della cooperativa, si sono sottoposti al vaccino Covid-19, perché “più siamo prima vinciamo” ed hanno potuto riprendere un’attività alla quale sono molto legati, la Musicoterapia.
Ed ecco il musicoterapeuta del nostro centro, il Dott.re Salvatore Esposito si esprime così a riguardo: “Partendo da una delle sue definizioni, la Musicoterapia viene considerata come “un processo sistematico di intervento ove il terapeuta aiuta il cliente a migliorare il proprio stato di salute, utilizzando le esperienze musicali e i rapporti che si sviluppano attraverso di esse come forze dinamiche del cambiamento” (Kenneth E. Bruscia).
Da quello che si può evincere, l’aspetto musicale non solo conferisce il nome a questo tipo di disciplina, ma diventa il focus di tutto il processo musicoterapeutico attorno al quale ruotano molteplici fattori.
Come ben si sa la musica accompagna le nostre vite sin dalla nascita con le ninne nanne e crescendo sviluppiamo i nostri gusti personali ma anche le nostre passioni diventando noi stessi capaci di fare ed esprimerci attraverso la musica. D’altronde ogni giorno siamo circondati da musica, da suoni, che caratterizzano le nostre giornate e che influiscono inevitabilmente sul nostro umore, perché è comunque vero che la musica è sicuramente uno dei più potenti mezzi di comunicazione.
Basti pensare ad esempio al nostro dialogare: anche quello volendo lo si può considerare sotto aspetti puramente musicali. Timbro, intensità, modulazione della voce, crescendo, calanti, sono solo una parte di quella serie di fattori che caratterizzano il nostro “parlare” e che senza i quali non può avvenire quello scambio empatico e relazionale che ci caratterizza come essere umani.
Tuttavia, gli stessi fattori, li possiamo ritroviamo anche nella musica, e quante volte sarà capitato di gioire o una lacrima sarà scesa ascoltando un brano musicale? Ed è proprio questo insieme di fattori, che attraverso un approccio per definizione detto “sistematico” vengono utilizzati nel processo musicoterapeutico e grazie ai quali si può dare vita a quella relazione che sta alla base di qualsiasi processo terapeutico.
Una relazione che in terapia nasce non tanto dall’ascoltare musica quanto nel produrla; questo “suonare insieme” è il motore che scatena le emozioni e che fa nascere legami di una certa importanza.
Tutto questo avviene in una cornice sistematica, ovvero organizzata e finalizzata al raggiungimento di obiettivi terapeutici che mirano al benessere della persona facendo leva su quelle che sono le proprie capacità. La persona in questa cornice musicale, diventa protagonista, si sente appagato, e tutto ciò ha sicuramente un forte impatto sulla sua autostima.
L’aspetto terapeutico pertanto trova la sua collocazione nel “fare musica insieme” e che implica una serie di conseguenze positive che regolano e stimolano tutte quelle funzioni psico-motorie (come la coordinazione oculo-manuale o la propriocezione nello spazio), e funzioni puramente affettive, che si traducono in regolazione del tono dell’umore e accrescimento dell’autostima personale.”